Descripción
Nel 1949 Pier Paolo Pasolini fu espulso dal Partito comunista italiano per 'indegnità morale'. Il punto di partenza della vicenda sono i 'fatti di Ramuscello', che innescano l'accusa di corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico. Pasolini diventa così immediatamente un bersaglio politico: per i democristiani l'avversario da colpire, per i comunisti il pericolo da allontanare. Fondamentale nella biografia e nel percorso artistico di uno dei protagonisti della vita intellettuale del Novecento, questo caso è cruciale per capire il clima culturale e politico del dopoguerra. Due 'chiese', Democrazia cristiana e Partito comunista, impongono due pedagogie collettive distinte ma finalizzate entrambe a codificare vere e proprie regole di moralità. Il partito deve orientare le masse nella vita quotidiana, correggere i comportamenti anomali e, di fronte a gravi errori, espellere. La scelta compiuta con Pasolini è, dunque, esemplare della modalità punitiva adottata nei confronti dei 'compagni' che trasgrediscono. L'indagine di Anna Tonelli getta finalmente luce su particolari centrali sinora inediti della vicenda, compreso il lungo silenzio del Pci.
Notas biográficas
Anna Tonelli è professore di Storia contemporanea presso l'Università di Urbino Carlo Bo, dove insegna anche Storia dei sistemi e dei partiti politici e Storia del giornalismo. Si occupa di storia culturale e di storia politica e sociale, con un'attenzione particolare verso la mentalità, il costume, la memoria. Collabora a "L'Indice dei Libri" ed è direttore scientifico dell'Istituto di Storia contemporanea di Pesaro e Urbino. Fra i suoi libri più recenti, Comizi d'amore. Politica e sentimenti dal '68 ai Papa boys (Carocci 2007).