Descripción
Sono passati alcuni anni e molte cose sono cambiate da quando Benedetto XVI non poté parlare all’apertura dell’anno accademico 2007-2008 della Sapienza dove avrebbe dovuto tenere la lezione inaugurale, su invito dell’allora rettore Renato Guarini. Il tema avrebbe dovuto essere la moratoria della pena di morte. L’invito scatenò un’aspra polemica, alimentata da alcuni collettivi studenteschi e da un gruppo di docenti di Fisica che contestavano le posizioni di Ratzinger sul rapporto tra scienza e religione, tirando in ballo il processo a Galileo Galilei. La vicenda ebbe un forte risalto mediatico e politico; in quegli anni il governo, guidato da Romano Prodi, era sostenuto da una traballante maggioranza di centrosinistra, che tra l’altro si scontrava al suo interno e con l’opposizione di centrodestra proprio sui temi etici. Anche in Vaticano l’avvenimento fu occasione di scontro tra le diverse anime presenti nella curia. Alla fine il papa non parlò, ma il rettore volle che il suo intervento fosse letto nel corso della cerimonia, per ribadire così il principio che è proprio l’università l’ambito nel quale tutti possono esprimere liberamente le proprie idee. Questo libro, che contiene un ampio e documentato resoconto dei fatti e una lunga intervista a Renato Guarini, accanto ai contributi di altri protagonisti della vicenda (padre Vincenzo D’Adamo, cappellano della Sapienza, Carlo Cosmelli, uno dei docenti di Fisica che contestarono la presenza del papa, e Gianluca Senatore, allora responsabile dell’organizzazione più rappresentativa degli studenti), tenta di dare una risposta ai vari interrogativi posti dopo l’accaduto: fu il clima politico di allora a determinare l’insuccesso dell’iniziativa proposta dal rettore? Quanto influirono le divisioni interne al Vaticano? Quale fu il ruolo dei mass-media? I docenti di Fisica compresero fino in fondo le parole di Ratzinger sul processo a Galilei?