Descripción
«Cari figli, voi avete il dovere di conservare pura la vostra anima, ma avete anche il dovere di conservare integro il Vostro avere materiale», questa è la raccomandazione che Federico Costa lascia nel suo testamento morale alle generazioni che verranno. Federico è uno dei firmatari insieme al padre Giacomo e ai fratelli, dell'atto notarile che fonda nel 1910 la Ditta Costa, in attività commerciale da metà Ottocento. Responsabilità imprenditoriale e fede cattolica sono i due cardini su cui la famiglia Costa costruisce un impero industriale che dal commercio e produzione dell'olio si allarga al tessile, al settore immobiliare, meccanico e all'armamento fino alla nascita di Costa Crociere. Angelo Costa, primo presidente di Confindustria dopo la Seconda guerra mondiale, è stata la personalità più forte e eminente espressa dalla famiglia, ma questo libro racconta le vicende, imprenditoriali e umane, delle diverse generazioni, i valori, le battaglie, le sconfitte e le conquiste. Con i Costa, con il loro understatement e perfino con la quasi leggendaria parsimonia, si è identificata una città, Genova. I Costa rappresentano un caso di capitalismo famigliare dalle caratteristiche uniche con la loro determinazione a preservare insieme all'originaria forma societaria a responsabilità illimitata, che coinvolgeva direttamente nelle sorti della Ditta tutti i componenti della famiglia, i dettami morali dei testamenti degli anziani e anche uno stile di vita comune. È una storia che si dipana dagli scagni del porto ai grattacieli, dai piccoli paesi della Puglia all'Argentina, dai filatoi dell'entroterra ligure alle eccellenze delle sete comasche e all'alta moda parigina, da un piccolo battello per trasportare olio ai "grattacieli del mare", le immense navi da crociera. Ma è anche la storia di come i Costa, uomini e donne, hanno affrontato gli anni durissimi della crisi cercando di trovare soluzioni senza perdere l'identità.
Notas biográficas
Erika Dellacasa ha iniziato giovanissima la carriera giornalistica come cronista nel quotidiano «Il Lavoro di Genova» nel 1973. Dopo un'esperienza al «Globo» di Michele Tito è entrata nella redazione del «Secolo xix», il più importante quotidiano genovese, dove ha ricoperto gli incarichi di inviato speciale, capocronista durante il G8 del 2001, infine vicedirettore fino al 2005. Da quell'anno collabora con il «Corriere della Sera». Ha vinto il premio giornalistico Saint Vincent conferito dalla Presidenza della Repubblica. È laureata in Storia navale.