Fin da bambino il disegnatore Yozo si è sentito incapace di comprendere il modo in cui le persone interagiscono e si capiscono, trovandosi costretto a ricorrere a frequenti pagliacciate nel tentativo di integrarsi e di nascondere le interpretazioni errate che dà alle interazioni sociali in cui si trova, suo malgrado, coinvolto. Il suo malessere lo costringerà presto ad affidarsi al compagno di scuola Horiki, un aiuto nei momenti di socialità, che tuttavia gli farà fallire l’università, trascinandolo in un mondo di alcol e morfina. Nonostante i successivi maldestri tentativi di dedicarsi alla politica e i tormentosi rapporti con le donne, Yozo non riuscirà mai davvero a trovare una sua dimensione, rimanendo in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale, il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso, lo schiacciante senso di solitudine che ne deriva. Senza sentimentalismi, il disegnatore registra le crudeltà casuali della vita e i suoi fugaci momenti di connessione umana e tenerezza. Quella che Dazai sceglie qui di raccontare è la storia struggente di un giovane uomo che si trova in bilico tra la rottura delle tradizioni di una famiglia aristocratica e l’impatto delle idee occidentali sulla società del dopoguerra: lo stesso dilemma che si trovarono ad affrontare molti intellettuali giapponesi di quel periodo. Il dolente messaggio universale di Dazai resta talmente attuale che oggi Lo squalificato, oltre a essere tra i romanzi giapponesi più letti, è stato adattato in un film nonché in diversi manga e anime. Portato per la prima volta in Italia da Feltrinelli nel 1962, questo straordinario longseller della letteratura orientale viene oggi riproposto in una nuova traduzione, direttamente dal giapponese.