Descripción
22 dicembre 2016. Dopo l’intensificarsi degli scontri e la pioggia di missili che sembra non finire, d’improvviso le armi tacciono. Aleppo è dichiarata “città libera”. Sembra un sogno: si ricomincia a camminare per le vie del quartiere senza paura. Davvero la guerra è finita?
Il sogno dura poco. È vero, i combattimenti più aspri si sono spostati altrove ma la città è in macerie e la gente stremata.
Riprende da qui il racconto di fra Ibrahim, frate francescano e parroco ad Aleppo. Se nel libro precedente, Un istante prima dell’alba, aveva raccontato la vita sotto assedio, con la minaccia continua dei missili e dei cecchini, ora ci introduce alla grande impresa della ricostruzione. Ci sono le case da riparare, le chiese e le moschee, ma a dover essere ricostruita è soprattutto la persona. Le ferite sono tante: ve ne sono di manifeste, a ogni angolo di strada, e ve ne sono di nascoste, nei cuori delle persone e nelle relazioni a tutti i livelli della società.
La notte di Aleppo non è finita ma il fuoco non si è spento sotto la cenere e la morte non ha l’ultima parola.
Notas biográficas
Fra Ibrahim Alsabagh nasce a Damasco, Siria, nel 1971, da una famiglia cristiana. Cresce nella capitale dove si diploma, iscrivendosi in seguito alla Facoltà di medicina. Dopo tre anni di università, però, decide di rivoluzionare la sua vita. Inizialmente entra in un seminario orientale, poi però sente la chiamata a entrare nell’ordine dei frati minori e a servire la Custodia di Terra Santa. Nel 2014 gli viene chiesta la disponibilità ad andare in Siria, ad Aleppo, come parroco e vicario del vescovo.