Descripción
Coinvolto suo malgrado nella disputa sul libero arbitrio, Erasmo da Rotterdam in questo libro affronta la polemica con l'umiltà dello studioso. La libertà umana per Erasmo è libertà di salvarsi. Ma la salvezza è soprattutto quella della dignitas homini e del suo valore. Anticipatore dei temi della Riforma, lontano da una disputa di natura religiosa, questa Opera è un grande contributo umanistico a una causa morale. «A differenza di Lutero – osserva nella Prefazione Sergio Quinzio – Erasmo, pur credendo nel Vangelo che insegna a vivere semplicemente obbedendo a Cristo, è un dotto che non rinuncia alla cultura... Forse la nota più profonda della coscienza erasmiana sta nella divisione fra la sua coscienza di dotto e la sua coscienza di cristiano: qui sta la sua modernità». Il concetto filosofico e teologico di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico, scientifico e nel diritto. Lutero aveva fatto propria la teoria della predestinazione negando la capacità di scegliere liberamente, mentre Erasmo dice che il libero arbitrio non è stato distrutto completamente dal peccato originale e che, senza un minimo di libertà da parte dell’uomo, la giustizia e la misericordia divine diventano prive di significato.
Notas biográficas
Desiderius Erasmus (latinizzazione del nome fiammingo Geer Geerrsz) nasce a Rotterdam tra il 24 e il 25 ottobre nel 1466. Trascorre l'infanzia e la sua prima giovinezza ricevendo un'educazione religiosa secondo lo spirito del chiostro agostiniano. Nel 1487 riceve i voti. Ordinato prete, nel 1492 ottiene la dispensa dall'obbligo dei suoi uffici sacri e anche dell' abito. Spirito poco incline alla sottomissione alle regole, rivela presto la sua natura di geloso custode della propria libertà, disdegnando incarichi e prestigiose offerte di insegnamento. Inizia così l'itinerante avventura di dotto frequentatore delle più illustri università europee. Nel 1497 è a Parigi dove, attesi gli studi in teologia, riceve il baccellierato. Successivamente è in Inghilterra dove risiede per un anno e stringe solida amicizia con John Coler e Tommaso Moro. AI suo rientro a Parigi pubblica gli Adagia, raccolta di sentenze, epigrammi, motti e proverbi in greco e latino. Sempre a Parigi esce la sua prima rilevante opera l'Enchiridion militis christiani (1502). Inizia il suo soggiorno in Italia di cui conosce i migliori centri culturali. A Torino nel 1506 riceve la nomina di maestro e dottore in teologia e approfondisce la sua conoscenza del greco già iniziata a Parigi. In ambiente italiano sviluppa le sue doti di erudito e filosofo dedicandosi agli studi umanistici e a traduzioni che si concretano nell' elaborazione critica del Nuovo Testamento e di un cospicuo numero di testi dei Padri della Chiesa. Notevoli sono anche gli scritti pedagogici di questo periodo tra cui spicca il De ratione studii (1511). Un soggiorno veneziano lo vede collaboratore per dieci mesi presso l'editore e umanista Aldo Manuzio. La sua fama di grande studioso assume statura europea con la pubblicazione, nel 1511, della sua opera più nota, Stultitia laus (Elogio della follia) dedicata a Tommaso Moro. Gode della protezione di sovrani, è in corrispondenza con i più noti studiosi europei. Al profilarsi dell'incendio luterano, Erasmo entra in polemica con i principi cardinali del protestantesimo scrivendo il De libero arbitrio (1524) a cui Lutero replica con il De servo arbitrio. La disputa tra i due si arricchisce con un nuovo scritto erasmiano l'Hyperaspistes adversus servum arbitrium luteri (1526). Risiede a Basilea dove la morte lo coglie tra 1'11 e il 12 luglio nel 1536.