Oltre Pio V. La riforma liturgica nel conflitto di interpretazioni

Autor:
Año :
2013
ISBN:
9788839966698
DRM:
Social DRM

5,70 €

Leer vista previa

Descripción

Un saggio, dotto e raffinato, che getta nuova luce sulle ragioni profonde della riforma liturgica del concilio Vaticano II, vista come passaggio necessario della coscienza ecclesiale contemporanea. Né contro né senza Pio V, ma senza dubbio oltre Pio V. La riforma liturgica del concilio Vaticano II rischia di non essere più compresa. Diversi segnali sollevano dubbi e perplessità nel corpo ecclesiale. Estensione della validità dell’“indulto” per l’uso del Messale di Pio V, richieste di maggiore impegno nell’uso delle lingue “morte”, interviste disinvolte o superficiali di importanti ufficiali della Curia romana, irrigidimenti poco giustificabili – e spesso peggio giustificati – in fatto di traduzioni, inversione delle priorità tra mistero e disciplina. Il compito cui si dedica questo saggio è di riscoprire le ragioni profonde che ci permettono di leggere la riforma liturgica come passaggio necessario della coscienza ecclesiale contemporanea, né contro né senza Pio V, ma senza dubbio oltre Pio V. Purché non abbiamo deciso – disperatamente – di essere gli ultimi cristiani ancora fedeli ad una grande tradizione (solo) antica, ridotta alla figura di un passato prezioso da chiudere in un museo, con aria condizionata e sistemi di sicurezza, ma senza vita e senza figli. EPILOGO La coscienza che il Movimento liturgico ha elaborato intorno alla liturgia cristiana è un bene troppo prezioso perché possa essere lasciato cadere o rischi di andare perduto. E le parole da cui ho voluto cominciare in questo epilogo mi sembra che rendano bene il senso di ciò che è in gioco nella "questione liturgica" e che ha trovato una prima — e non risolutiva — risposta nella riforma liturgica inaugurata dall'ultimo concilio ecumenico. Che la liturgia sia nello stesso tempo «viva e fragile, viva e dinamica», è una verità difficile da sopportare, ma decisiva per la vita cristiana. Ogni progetto di tradizionalismo liturgico concepisce la liturgia solo nella sua assoluta fragilità, senza alcuna attenzione alla sua necessaria dinamicità. È, al massimo, un affresco da pulire e restaurare: in sostanza, nulla più di questo. Viceversa, ogni progetto di progressismo liturgico trova la liturgia solo nella sua continua dinamica, senza percepirne più la grande fragilità, con tutto il bisogno di accuratezza, di sapienza e di manualità fine. Non si può tuttavia restaurare la "vera" liturgia uscendo dalla storia, rifugiandosi in riti ormai superati, dimenticando il dinamismo delle culture, il mutare anche sempre benedetto delle forme di vita, delle esperienze storiche e delle espressioni simboliche. Una via semplicemente nostalgica di risposta alla questione liturgica nella chiesa era già chiusa più di cent'anni fa: oggi resta ancora aperta solo per quelle sparute minoranze che, allora come ora, fanno della nostalgia la loro identità e della presunzione la loro unica speranza. Il modo più autentico per resistere a queste tentazioni — spesso troppo evidenti e persino sovraesposte o sovrastimate nel grande corpo della chiesa — consiste nel chiarire lucidamente il compito del Movimento liturgico, che continua, dopo la riforma, in vista della formazione liturgica. E questa a me sembra anche la grande lezione che la storia recente ha da insegnarci: ossia che la nostra grande affinità — oggi — non è tanto con i nostri venerandi padri del concilio, quanto con i nostri nonni e bisnonni degli inizi del secolo scorso. E la nostra fedeltà non si misurerà tanto nella fede di cui saranno capaci i nostri figli, ma in quella che sarà possibile ai nostri nipoti e pronipoti. Sarà con loro e per loro che avremo saputo agire, sarà a loro e con loro che dovremo chiedere perdono in anticipo. A questi nonni e a questi nipoti dobbiamo pensare e render conto: solo così eviteremo la disperazione della paura del nuovo e la presunzione della fuga dal vecchio, alimentando quella speranza che ha bisogno di un lavoro in cui le diverse generazioni, senza mai deflettere, sappiano vivere con la coscienza che ogni epoca sta unmittelbar vor Gott, "immediatamente davanti a Dio", e per questo risponde sia di quanto ha potuto e saputo ricevere, sia di quanto ha potuto e saputo trasmettere. Se è opportuno che ogni generazione «nasca senza esperienza», è anche bene che ogni generazione «muoia senza assuefazione»: la chiesa che celebra il mistero di Dio Padre, Figlio e santo Spirito, non dovrà mai dimenticare questa cruda verità. Pur essendo tale oblio iniziale e tale impreparazione finale una prova abissale e una esperienza dura da portare, essa brilla pur sempre luminosa e pudica, come anticipazione promettente di una obbedienza senza depressione e di una libertà senza presunzione.



Tags

Tags:

Del mismo autor