Descripción
Prefazione di Silvia Ballestra
Sartirana Lomellina, Pavia. Un paese emblematico della Pianura Padana a cavallo tra Lombardia e Piemonte: cascine, risaie, pioppeti… e poi fittavoli, acquaioli, mondine e capoccia che vivono e lavorano all’ombra del castello di nobili proprietari terrieri.
Accanto alla grande cascina detta Chietamai nasce e cresce Pina, l’autrice di queste pagine e madre di Dario Fo. Davanti ai suoi occhi di bambina, adolescente e giovane mamma, e attraverso il suo linguaggio naïf, vediamo scorrere piaceri e durezze della vita in campagna: dai balli nell’aia alla monta degli animali, dai rosari nelle stalle calde alle partite a carte degli uomini davanti a un fiasco di vino la domenica.
Un microcosmo che però non è affatto chiuso in se stesso, ma che vive o subisce anche i grandi fatti che cambiano il volto dell’Italia durante il tempo della narrazione: dalla Prima guerra mondiale con la renitenza alla leva, le morti al fronte e l’epidemia di spagnola, all’affacciarsi delle squadracce fasciste, dalle lotte partigiane a quelle bracciantili, fino all’industrializzazione postbellica che strappa alle fatiche della terra i figli che sognano di far fortuna in fabbrica, in città.
Come ricorda Silvia Ballestra nella sua prefazione, “Pina Rota Fo ci ha raccontato la vita di una famiglia contadina nella prima metà del Novecento un attimo prima dell’abbandono in massa delle campagne. Lo ha fatto con voce di donna, immortalando in una foto di gruppo gli abitanti della Chietamai. Rileggerla, o leggerla per la prima volta, è un piacere oltre che una gran bella lezione di storia”.
Sartirana Lomellina, Pavia. Un paese emblematico della Pianura Padana a cavallo tra Lombardia e Piemonte: cascine, risaie, pioppeti… e poi fittavoli, acquaioli, mondine e capoccia che vivono e lavorano all’ombra del castello di nobili proprietari terrieri.
Accanto alla grande cascina detta Chietamai nasce e cresce Pina, l’autrice di queste pagine e madre di Dario Fo. Davanti ai suoi occhi di bambina, adolescente e giovane mamma, e attraverso il suo linguaggio naïf, vediamo scorrere piaceri e durezze della vita in campagna: dai balli nell’aia alla monta degli animali, dai rosari nelle stalle calde alle partite a carte degli uomini davanti a un fiasco di vino la domenica.
Un microcosmo che però non è affatto chiuso in se stesso, ma che vive o subisce anche i grandi fatti che cambiano il volto dell’Italia durante il tempo della narrazione: dalla Prima guerra mondiale con la renitenza alla leva, le morti al fronte e l’epidemia di spagnola, all’affacciarsi delle squadracce fasciste, dalle lotte partigiane a quelle bracciantili, fino all’industrializzazione postbellica che strappa alle fatiche della terra i figli che sognano di far fortuna in fabbrica, in città.
Come ricorda Silvia Ballestra nella sua prefazione, “Pina Rota Fo ci ha raccontato la vita di una famiglia contadina nella prima metà del Novecento un attimo prima dell’abbandono in massa delle campagne. Lo ha fatto con voce di donna, immortalando in una foto di gruppo gli abitanti della Chietamai. Rileggerla, o leggerla per la prima volta, è un piacere oltre che una gran bella lezione di storia”.
Notas biográficas
Pina Rota Fo (Sartirana Lomellina, 1903 – Luino, 1987) è nata nei luoghi descritti in Il paese delle rane e ha tradito l’amore per la campagna paterno andando a cercar fortuna a Milano, dove conoscerà Felice Fo (papà di Dario), che poi seguirà nella sua attività di capostazione a Luino. Questo è il suo unico romanzo edito, uscito per la prima volta nel 1978 nella collana “I Nuovi Coralli” di Einaudi.