Descripción
Che posto ha la Chiesa nella fede cristiana? Che cosa significa "credere ecclesialmente"? Come rileggere le caratteristiche fondamentali della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica alla luce del Vaticano II? Un'incisiva sintesi di ecclesiologia, firmata da uno dei più noti studiosi cattolici.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Non è facile affrontare la questione della chiesa nel nostro mondo attuale, perché l'esperienza recente su di essa può essere descritta come quella di una lunga «transizione che va da una chiesa che poggia su una società cristiana omogenea e quasi identica con essa — una chiesa di massa — ad una chiesa costituita da coloro che, in contrasto con il loro ambiente, si sono aperti un passaggio verso un'opzione di fede personale, chiara e consapevole» (K. Rahner).
Oltre a ciò, diverse inchieste e studi sull'opinione pubblica recente, in particolare nel primo mondo, mettono in rilievo che spesso le cosiddette 'istituzioni sociali formali', come lo stato e i suoi organismi, i partiti politici, i sindacati... non godono di una immagine molto buona, diversamente da quanto accade con le istituzioni `non formali', quali le organizzazioni non governative (ONG), i nuovi movimenti sociali e i gruppi spontanei, che godono di una maggiore e migliore accettazione.Non è quindi strano che accada qualcosa di simile con la chiesa come realtà più generale, e tutto ciò, nonostante il fatto che il xx secolo, grazie al concilio Vaticano ii (1962-1965), centrato sulla chiesa, sia stato considerato come «il secolo della chiesa» per eccellenza.
Si va diffondendo inoltre il classico paradosso di questi ultimi anni, espresso nel noto slogan: «Cristo sì, chiesa no», che si sta trasformando in «Religione sì, Dio personale no». E appare un fenomeno in crescita, quale è quello dei cosiddetti 'cristiani non praticanti', la cui caratteristica è individuata da un'espressione che ha fatto fortuna: «Credere, ma senza appartenere». È un fenomeno frutto della secolarizzazione del nostro mondo, di un certo ritorno al 'sacro' e di certe forme di pluralismo interreligioso, di un relativismo in aumento, della crescente marginalità della religiosità ecclesiale, del forte individualismo attuale... che portano ad una specie di de-istituzionalizzazione della religione cristiana.
C'è poi una forte crisi nei modelli abituali della trasmissione della fede e una sempre maggiore perplessità nell'esperienza di socializzazione religiosa (famiglia, parrocchia, scuola, associazioni, movimenti, istituzioni, assemblee, centri di formazione, presenza 'pubblica' della chiesa oggi...), il che sfocia, in forma rilevante e frequente, in una crisi di appartenenza concreta e visibile alla chiesa. In questo senso, non senza ragione, si constata che per i credenti la difficoltà maggiore del nostro tempo è quella di riuscire a integrare adeguatamente i tre ambiti propri della vita cristiana: la fede personale, la sua proclamazione ecclesiale e la vita quotidiana con la sua cultura.
È da tutto questo che sorge ogni volta con forza maggiore, la domanda: che cosa è la chiesa? e perché la chiesa? a che serve? La riflessione che presentiamo sulla chiesa vuole tenere presenti queste contestazioni e questi interrogativi, a partire dalla convinzione che il tema della chiesa ha bisogno di un decentramento per vederla non tanto come termine o oggetto della fede, quanto come il modo e l'ambito comunitario-sacramentale dal quale si professa, si celebra e si testimonia la fede cristiana, e comprendere così che, più che 'credere la chiesa', il cristiano 'crede ecclesialmente' nel centro della fede che è Gesù di Nazaret, il quale ci manifesta l'amore di Dio Padre e continua ad essere presente oggi in mezzo a noi attraverso il suo Spirito.