Descripción
Una presentazione sintetica delle radici storiche e storico-religiose dei profeti biblici e della tradizione letteraria del profetismo - una tradizione caratterizzante la religione israelitico-giudaica, ma anche quella cristiana (e persino l'Islam) - che viene illustrata inserendola nel suo contesto storico. INTRODUZIONE I profeti di Israele, così come li incontriamo nei libri dell’Antico Testamento, sono i rappresentanti più significativi della religione ebraica. Nei loro sguardi retrospettivi sul passato, le analisi del presente e le predizioni per il futuro, essi parlano di un Dio che ha rifiutato il suo popolo, ma non può separarsi da lui. E parlano di un popolo che ha abbandonato il suo Dio, ma non può vivere senza di lui. La frattura non potrebbe essere più profonda, e tuttavia Dio e il popolo di Dio appartengono l’uno all’altro come mai prima. È quasi ovvio perciò che ai profeti dell’Antico Testamento si riconosca un’importanza centrale non solo nella tradizione ebraica, ma anche in quella cristiana e in quella islamica, sia per la teologia sia per l’etica. È il Dio dei profeti che unisce le tre grandi religioni mondiali, nonostante ogni differenza. Ma non è sempre stato così. I profeti dell’Antico Testamento hanno una preistoria. Essa risale al vicino Oriente antico e alla storia dell’Israele antico, un tempo in cui la religione ebraica non esisteva ancora. Anche in questo tempo i profeti hanno ricoperto un ruolo importante come mediatori tra Dio e il popolo. Solo che non hanno scritto libri e non hanno riflettuto sul rapporto, ma si sono limitati a metterlo in pratica. È, questo, uno dei motivi per cui all’interno della tradizione veterotestamentaria occorre distinguere tra il profeta storico e il profeta letterario. L’uno rappresenta la religione dell’Israele antico, l’altro la tradizione del giudaismo in fieri. La presentazione che segue prende sul serio tale distinzione e presta attenzione soprattutto alla tradizione letteraria, che vuole essere apprezzata come tale e non scambiata per il profeta storico e il suo parlare, come si usa fare in ampia misura. In questa sede non potremo approfondire nei dettagli l’analisi critica delle fonti. La nostra esposizione la presuppone e presenta i risultati della ricostruzione storico-religiosa e storico-teologica. Dopo uno sguardo d’insieme sulle diverse tappe della storia dell’interpretazione (I), prenderemo in considerazione dapprima i fenomeni storici (II-III) e quindi quelli letterari nel loro contesto storico (IV-IX). I passi biblici sono citati secondo la Bibbia di Lutero nella versione riveduta del 1984, con lievi ritocchi quando è necessario. [Anche la traduzione italiana cerca di essere fedele a questa versione]. È cambiato invece, di regola, il modo di rendere il nome di Dio, che la Bibbia di Lutero traduce con ‘Signore’ (secondo la vocalizzazione ebraica secondaria). Poiché la pronuncia storica non è certa, rinuncio a una vocalizzazione e utilizzo solo il cosiddetto tetragramma ‘YHWH’ nel testo consonantico ebraico. Se al lettore dovesse piacere la lettura di questo volumetto, deve ringraziare il Collegio della scienza di Berlino, che nell’anno accademico 2002/2003 mi ha dato la possibilità, come suo membro, di scriverlo.