Descripción
Jeremy Bentham è conosciuto soprattutto per gli aspetti pittoreschi della sua vita – il panopticon, il bizzarro testamento (la sua mummia è ancora conservata in una teca nel chiostro dell’University College a Londra). Come la sua biografia, anche le sue teorie etico-politiche hanno sofferto dell’influenza di luoghi comuni e interpretazioni che si sono ormai fossilizzate: si è pensato e si pensa tuttora che le teorie di Bentham presuppongano una visione crudamente egoistica dell’essere umano e che le sue tesi politiche siano anti-democratiche e illiberali. Attraverso una rilettura delle principali opere edite e inedite di Bentham, l’Autore mette in discussione questi pregiudizi storiografici, restituendo una visione rinnovata della psicologia filosofica e della teoria politica benthamiane: per Bentham l’essere umano ha dentro di sé spazio per comportamenti altruisti e disinteressati. Da questa psicologia, inoltre, il pensatore inglese trasse conclusioni spiccatamente liberali; anzi, l’utilitarismo benthamiano è forse anche più autenticamente liberale della revisione che ne propose J.S. Mill: il legislatore benthamiano non interferisce mai nella sfera privata e interiore degli individui, neanche per promuoverne il perfezionamento e la felicità. Questa nuova lettura delle posizioni benthamiane propone al dibattito politico contemporaneo una forma di rinnovato utilitarismo liberale.