La dialettica tra letteratura, poesia, scienze umane e matematica si presenta, sia a livello storico che a livello epistemologico, assai complessa. Questo testo analizza questa varia complessità di suggerimenti in un campo specifico della geografia culturale: quello della Francia contemporanea. Da Valéry a Bachelard, da Queneau a Michel Serres, passando per la stagione strutturalista, l’autore evidenzia come, specialmente nella seconda metà del secolo, per poeti, romanzieri, linguisti, psicanalisti e filosofi la matematica fosse un campo d’indagine privilegiato e serbatoio praticamente inesauribile di metafore, al punto da essere al centro di alcuni dei principali rinnovamenti culturali del secondo dopoguerra francese quali il Nouveau Roman, l’Oulipo o lo Strutturalismo. L’originalità del lavoro consiste nella sua trasversalità, per cui vengono rivelate le latenze estetiche delle principali teorie matematiche frequentate dai letterati francesi del Novecento.