Descripción
Brutti e cattivi, feroci e crudeli, i dittatori che popolano i romanziafricani ricordano i tiranni del teatro greco. Ma gli esseri ieratici dellAntichitàclassica si sono trasformati in impulsivi e patetici fantocci, protagonisti in una realtàstraniata, della quale scandiscono le vicende con una brutalità dissennata. Gli scrittori ne hanno fatto i prototipi di una narrativa che, abbandonato definitivamentelesempio occidentale, si serve delle parole ("mots") per raccontarei mali ("maux") delluniverso post-coloniale, abitato dacontraddizioni dolorose e fatali, che nessun discorso ideologico può risolvere. Anche la parola dei dittatori si è irrimediabilmente sfaldata, resa inconsistente dalleossessioni e dalle patologie che li affliggono. Attraverso il filtro arguto del narratore,il racconto delle loro gesta trasforma sconforto e miseria in una caustica ilarità chelascia intravedere un mondo ben più reale e non poi così lontano dai confini delromanzo.