Descripción
A partire dal XXI secolo le nuove tecnologie e la diffusione di massa dei nuovi media hanno radicalmente cambiato i paradigmi culturali con i quali costruiamo e leggiamo le storie e le nostre narrazioni del passato. Le storie e la Storia vengono sempre più frequentemente narrate oltre la carta stampata attraverso un’ibridazione di vecchi (cinema, televisione, radio) e nuovi media (in primis, Internet e social network). In anni recenti, la narratologia si è così trovata insieme a media studies a discutere criticamente di un interessante fenomeno di migrazione delle storie attraverso i media; fenomeno che nel 2003 Henry Jenkins definisce come “transmedia storytelling” (narrazione transmediale) – “a flow of contents across multiple media channels”. Come Jenkins spiega, la narrazione transmediale è un fenomeno tipico della “cultura convergente” (Jenkins), ovvero della collisione di vecchi e nuovi media. La “cultura digitale” o networked culture ha infatti portato ad una compresenza collaborativa di vecchi e nuovi media che va ben oltre la semplice convergenza tecnologica di cui si parlava già negli anni Ottanta, come ricordano Asa Briggs and Peter Burke nel loro Storia sociale dei media: non si tratta semplicemente di integrare testo, immagine e suoni o di trasferire dei contenuti da un medium all’altro. Il concetto di “narrazione transmediale” viene usato per descrivere il racconto di una storia o della Storia da parte di un numero di autori decentralizzati che condividono e creano contenuti da distribuire attraverso le diverse piattaforme mediatiche. Di fatto, la convergenza dei media consente di costruire vere “galassie” narrative (David Herman, Routledge Encyclopedia of Narrative Theory), finzionali o meno, in cui le storie si prestano a svariate diramazioni. In una prospettiva che si posiziona sul margine tra teoria dell'informazione e teoria critica, questo volume intende esplorare come storia e memoria vengono negoziate nelle nuove pratiche narrative nella cultura italiana del XXI secolo. La prima parte si concentra sulle sperimentazioni letterarie tra stampa e nuovi media, partendo dalla ricezione del concetto di “cultura convergente” nell’ambito della cosiddetta generazione di scrittori italiani Trenta-Quaranta. In particolare, il volume si propone di analizzare in che modo, a partire dalla generale idea di “narrazione transmediale” queste scritture riprendono alcuni concetti già elaborati nella letteratura italiana a partire dagli anni Sessanta, quali “iper-romanzo” e “opera aperta” mettendo in discussione la letteratura tradizionale. La seconda parte prende in considerazione la scrittura della Storia attraverso più media, con particolare attenzione alle pratiche di costruzione, ri-costruzione e manipolazione della memoria collettiva a partire da fatti storici ed eventi collettivi e nuove pratiche di digi-telling nei musei. L’obiettivo di questa seconda parte del volume è di esplorare gli effetti che l’ibridazione multimediale ha sulla rappresentazione della Storia collettiva e in che modo l’audience viene chiamata a collaborare in queste pratiche.