Description
Daria Petrova ottiene la cittadinanza spagnola a ventisette anni, venti dal suo arrivo nel Paese. Il romanzo descrive la crisi di identità innescata dalla nuova nazionalità, che porta Daria a rivalutare le relazioni, le circostanze e il suo legame con i due Paesi che ha chiamato casa. Il racconto della sua vita è intervallato dalla storia della migrazione della sua famiglia dalla città ucraina di Mariupol alla Spagna di un tempo, e le loro lotte per adattarsi. Un resoconto franco della solitudine e dell’allontanamento di chi si sente fuori luogo nel Paese di nascita e nel Paese in cui è cresciuto, un romanzo che rifiuta di offrire una risposta semplice a come dovrebbero sentirsi le persone immigrate rispetto alle diverse parti della loro identità.
«Siamo in milioni a vagare di paese in paese, attraversando le frontiere, credendo di essere arrivati nel posto in cui avevamo progettato di andare. Ma all’arrivo ci rendiamo conto che quella destinazione non esiste. All’arrivo ci rendiamo conto che ormai non possiamo tornare. Il posto dal quale te ne vai e quello in cui credi di tornare non sono mai lo stesso. La nostalgia consiste nell’idealizzare nella tua memoria quello che non esiste più e che può essere solo un’aspirazione, perché sai perfettamente che non potrai raggiungerlo mai più. Il fiume non è mai lo stesso. Quando noi migranti diciamo casa, a cosa ci riferiamo con precisione? Alla casa che avevamo nel paese in cui siamo nati e che poi abbiamo abbandonato? Alla casa in cui siamo migrati e in cui siamo cresciuti? Alla casa che più tardi abbiamo affittato per noi? È necessario avere coraggio per accettare il fatto di non tornare.»
«Siamo in milioni a vagare di paese in paese, attraversando le frontiere, credendo di essere arrivati nel posto in cui avevamo progettato di andare. Ma all’arrivo ci rendiamo conto che quella destinazione non esiste. All’arrivo ci rendiamo conto che ormai non possiamo tornare. Il posto dal quale te ne vai e quello in cui credi di tornare non sono mai lo stesso. La nostalgia consiste nell’idealizzare nella tua memoria quello che non esiste più e che può essere solo un’aspirazione, perché sai perfettamente che non potrai raggiungerlo mai più. Il fiume non è mai lo stesso. Quando noi migranti diciamo casa, a cosa ci riferiamo con precisione? Alla casa che avevamo nel paese in cui siamo nati e che poi abbiamo abbandonato? Alla casa in cui siamo migrati e in cui siamo cresciuti? Alla casa che più tardi abbiamo affittato per noi? È necessario avere coraggio per accettare il fatto di non tornare.»
Biographical notes
Margaryta Yakovenko è nata in Ucraina nel 1992. All’età di sette anni si è trasferita con la sua famiglia in una città sulla costa di Murcia. Ha studiato Giornalismo e ha completato un master in Giornalismo politico internazionale. È stata autrice e redattrice di PlayGround, El Periódico de Cataluña e La Opinión. Attualmente lavora presso El País. Ha pubblicato un racconto nell’antologia Cuadernos de Medusa (2018), per la casa editrice Amor de Madre. Fuori posto (Desencajada, Caballo de Troya 2020) è il suo primo romanzo.
Laura Mariateresa Durante insegna Lingua e Cultura spagnola presso l’Università di Napoli Federico II. Si occupa di temi inerenti l’esilio e la migrazione, argomenti sui quali ha pubblicato vari saggi in riviste nazionali e internazionali. Dal castigliano ha tradotto volumi di María Zambrano e Ramón Gaya.