Description
Questa ultima raccolta di Manzo è davvero compiuta. E indica anche un orizzonte possibile e diverso rispetto all’attualità poetica. Riconsegna al verso e alla parola l’ambizione di sfidare a mani nude le altre più complete e sensoriali forme d’arte. Questa poesia è pura scrittura. Si propone alla lettura senza protesi. Ha il coraggio e la forza di confinare la poesia performativa dentro lo spazio visibile (ma effimero) dei fenomeni alla moda. Riafferma la sostanza e la semantica del rigore formale. Un’isola non nasconde mai nulla, le cose perse ritornano a galla/ ti avrei fatta felice certo fiera, se smettevo di rovesciare i banchi/ ribellarmi e lasciare buchi bianchi, senza sapere bene per che cosa (…) Quanto cinema poetico abbiamo amato. E quante immagini di Michelangelo Antonioni evocano questi versi. La ricerca formale non è fine a se stessa o mero esercizio di erudizione poetica. La poesia di Maurizio Manzo si è avvicinata molto al polso della realtà, in quel punto in cui la sostanza ha forma estetica e la bellezza è l’abito dei giusti. (dalla prefazione di Pasquale Vitagliano)