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“E poi, perché giudicare l’amore tanto importante? Non c’erano altre cose nella vita? Il lavoro, l’amicizia… ne aveva avuto in abbondanza. L’intelligenza, il buongusto, la decenza nei rapporti sociali. La sua generazione aveva conosciuto una vocazione assoluta per la felicità. Dava per scontato che ad essa bisognava essere fedeli in modo totale. Ed era stata così infelice, invece, fra guerre e tracolli di vario genere. Lui aveva bisogno di una Beatrice, e lei di un uomo eccezionale per dare un senso alla sua esistenza di letterata incompiuta. E se avessero sbagliato tutto e la loro fosse stata solo un’illusione reciproca? Il sentirsi grandi almeno in una passione non vissuta? Se l’avessero vissuta invece, cosa sarebbe successo?”-Daniela Bernagozzi, savonese, è autrice di diverse pubblicazioni in campo storico, fra cui la biografia del pittore divisionista Matteo Olivero, uno studio sulla Cuneo del Risorgimento e un racconto sul pittore rinascimentale Hans Clemer. Con questa biografia-romanzo dà voce al suo amore per la poesia di Eugenio Montale e per gli intensi e ambigui intrecci tra il vissuto personale e l'espressione artistica e letteraria.- Irma Brandeis (1905-1990) fu la ‘persona storica’ su cui Eugenio Montale costruì Clizia: la ‘persona poetica’ più alta e influente nella sua opera in versi. Tutte le altre figure femminili comparse prima e dopo sono state inesorabilmente accostate a lei. Il prezioso lavoro compiuto da Paolo De Caro e, sulla sua scia, da tanti montalisti, e le voci sommesse di carte edite e inedite che dicono la loro da archivi pubblici e privati, hanno generato nuova linfa in questo scritto di Daniela Bernagozzi: pagine dense di vita e di cultura che ci avvicinano ancora di più a «I. B.» e alla storia di una donna colta e coraggiosa (Marco Sonzogni).