Description
Il libro nasce da un’esperienza prolungata nel tempo di supervisione con Antonino Ferro di un gruppo di analisti. Il tema in sé della supervisione è sempre presente.
A volte come oggetto dichiarato della riflessione, a volte tra le righe. Abbiamo pertanto la possibilità di conoscere dal di dentro e da parte di chi l’ha esperita in cosa consiste un modo nuovo di intendere questa forma di relazione, dopo quella dell’analisi, inventata da Freud. L’obiettivo non è evidenziare dall’alto le dinamiche inconsce del paziente ma, come farebbe l’analista in seduta, provare a dare finalmente un senso condiviso ad aspetti emotivi rimasti sino ad allora scissi.
Per dirla con Ogden, passare dal non poter sognare a sognare per la prima volta oppure passare dall’incubo al sogno. Benché fisicamente assente nella seduta di supervisione, il paziente è convocato come miglior collega dell’analista o del gruppo di analisti. Se si fa attenzione alle sfumature del dialogo analitico, non solo al contenuto ma anche alla forma, ci si può lasciar guidare e avere una nozione, sempre provvisoria e rivedibile, del clima affettivo che si respira nella stanza d’analisi.
Veniamo così trasportati all’interno del lavoro clinico quotidiano e possiamo vedere all’opera tutti gli strumenti dell’approccio di campo analitico postbioniano cui Ferro ( ma anche Ogden e Grotstein), ha dato contributi fondamentali. Per citarne solo alcuni: il sogno della seduta e le trasformazioni in sogno, le trasformazioni in gioco, “la funzione Shakespeare” o funzione narrativa o Contenitore Narrativo dell’analisi, i derivati narrativi e la deconcretizzazione dell’ascolto (dalla prefazione di Giuseppe Civitarese).
In appendice è riportato il testo della conferenza di Ferro “Costruire l’inconscio” tenuta a Bassano del Grappa.