Description
“C’è un sacco di spazio sul fondo” prende spunto dall’asserzione con cui il fisico Richard Feynman illustrava le opportu- nità dell’indagine della materia su scala nanometrica: “There’s a plenty of room at the bottom”.Fin dall’inizio della pandemia, i nostri spazi sono andati restringendosi e l’indagine privata si è soffermata sui piccoli dettagli di noi stessi e dei nostri ambienti; la linea dell’orizzonte si è avvicinata e la prospettiva si è risolta tra le mura domestiche. All’interno di queste, il punto di osservazione dell’autrice si è mosso su zampe di gatto tra i bacari di Venezia o è scivolato nell’acqua dei canali; dal San Lorenzo ha contemplato la vegetazione tardo-invernale di Montréal, dalla Garonna ha visto le piazze di Bordeaux, dal fiume di montagna il passaggio delle greggi.Pagina dopo pagina, l’autrice diventa la reporter “del piccolo ma non del poco”, abbandona l’esigenza lirica di molta poesia, registra e scrive la cronaca dei giorni delle chiusure affinché ciascuno di essi valga un ricordo.
Biographical notes
Elisa Malvoni è nata nel 1985 a Busto Arsizio, ha iniziato a comporre i primi versi negli anni delle scuole medie, prima come esercizio di stile, poi prendendoci gusto, scrivendo per se stessa. Quando l’insegnante di italiano ha scoperto la sua inclinazione, le ha fatto notare che la poesia senza lettori non può considerarsi tale. Vent’anni dopo, queste parole sono risuonate in una mansarda aperta sulla Valle Agordina (BL), dove Elisa si era trasferita per lavoro. Lì ha conosciuto persone poliedriche in grado di esprimersi attraverso attività creative; seguendo il loro esempio, ha trovato il coraggio di dare credito alla propria scrittura.
Le sue poesie sono state pubblicate in 30 antologie di poesia contemporanea, in riviste e blog letterari. Ha vinto anche numerosi concorsi e premi di riconoscimento, tra cui “Il Mistero delle cose” (Temperino Rosso), “La Pelle non dimentica” (Mezzelane), “Transiti poetici” (Circolo Letterario Anastasiano), a cui si aggiungono menzioni speciali ai concorsi “Ossi di Seppia” e “Scrivere donna”. Lo scorso anno si è classificata al terzo posto al concorso “I sette vizi capitali” (Gioant), ed è stata finalista al concorso “Surrealismo” (Tempra Edizioni).
La presente silloge, ancora inedita, ha ricevuto menzione di merito al concorso “Scaramuzza” 2021.