Description
Il poeta e il critico letterario, Paul Celan e Peter Szondi, si conobbero a Parigi nel 1959. Fino alla morte di Celan, avvenuta nel 1970, si scambiarono, da Zurigo, Berlino, Gottinga, Parigi, oltre cento tra lettere, cartoline, dediche, telegrammi che in questo epistolario sono raccolti integralmente e commentati per la prima volta. Paul Celan, di origini romene poi naturalizzato francese, fu colui che rese nuovamente possibile la «poesia dopo Auschwitz», scrivendo in tedesco, la lingua «dei nostri assassini», come ebbe a dire lui stesso; «un uomo affascinante e impossibile, feroce, ma con accessi di mitezza», come lo definí Emil Cioran, che pur amandolo molto lo evitava «per paura di ferirlo, poiché tutto lo feriva».
Peter Szondi, di origini ungheresi naturalizzato tedesco, fu uno dei maggiori teorici, filologi e critici del Novecento. Entrambi scampati alla Shoah, il poeta traduttore di poeti e lo studioso di estetica si scambiarono per anni riflessioni feconde, tra l’altro, sulla letteratura e la poesia, sulle comuni radici ebraiche, sui drammi personali. L’affaire Goll, che vide il poeta coinvolto in una mortificante accusa di plagio e il critico prendere con decisione le sue parti; l’ebraismo di entrambi, identità profonda plasmata dalla sopravvivenza allo sterminio; la depressione di Celan e la comprensione intima della sua poetica da parte del critico, ma soprattutto le istanze etiche che stanno alla base dell’ermeneutica letteraria di Szondi: tutto questo si trova nelle pagine della presente edizione critica. Un epistolario tra due grandi del Novecento alimentato da un legame che si nutrí di solidarietà oltre che di poesia. Una affinità che si protrasse fino al tragico epilogo: Paul Celan si suicidò nella Senna, un anno prima che Peter Szondi cercasse la morte nelle acque di un lago berlinese.
Importante, accurata raccolta di scritti tra due personalità complesse del Novecento». Süddeutsche Zeitung
«Testimonianza di un’amicizia di due uomini sopravvissuti allo sterminio, che hanno entrambi scelto la stessa morte, a un anno di distanza». Frankfurter Rundschau
Biographical notes
Paul Celan (1920-1970), poeta romeno di origini ebraiche, naturalizzato francese ma di lingua tedesca, nasce nel capoluogo della Bucovina settentrionale, oggi parte dell’Ucraina. Si appassiona presto a Goethe, Rilke, Rimbaud e intorno ai vent’anni compone le prime poesie. Scampato allo sterminio nazista, in cui perirono i suoi genitori, dal 1948 si trasferisce a Parigi, dove vive di insegnamento e traduzioni di poeti in tedesco da russo, inglese, rumeno e francese, tra cui Shakespeare, Baudelaire, Majakovskij e Valéry. Nel 1953 viene accusato di plagio dalla vedova di Yvan Goll, accuse da cui si difenderà ma che mineranno la sua salute psichica. Dalla Germania, dove Celan si reca spesso per letture pubbliche delle sue poesie, nel 1960 gli giunge il prestigioso Büchner-preis. Muore suicida a Parigi nel 1970.
Peter Szondi (1929-1971) è un critico letterario, filologo e accademico ungherese naturalizzato tedesco di origine ebraica. Viene internato con tutta la sua famiglia a Bergen-Belsen. Sopravvissuto insieme al padre, si stabilisce in Svizzera. È autore di studi d’avanguardia nel campo della teoria teatrale e dell’ermeneutica letteraria, su Hölderlin e Rilke. A soli 42 anni si suicida a Berlino, lasciando incompiuto il suo libro sull’amico Paul Celan.