Questo libro, frutto di una lunga ricerca su fonti archivistiche inedite, ricostruisce la storia della Cassa per il Mezzogiorno alla luce dei suoi rapporti con la politica italiana. Dalle fonti raccolte emerge che se in un primo ventennio – dall'inizio degli anni Cinquanta alla fine dei Sessanta – a predominare nella Cassa furono nettamente le luci, nei suoi ultimi lustri, cioè fino alla metà degli anni Ottanta, ebbero il sopravvento le ombre. L'analisi non si occupa tanto della ricostruzione tecnico-economica dell'ente, quanto piuttosto dei suoi rapporti con la politica e delle influenze che da essa subì. Emerge così il quadro interessante di una struttura tecnocratica in origine snella ed efficace, per assurdo fin troppo all'avanguardia per la realtà in cui si trovò a operare, la cui spesa divenne col tempo, da aggiuntiva, sostitutiva di quella ordinaria dei vari ministeri, e che finirà per essere snaturata nei suoi compiti originari anche da parte delle nascenti regioni a statuto ordinario.

Luigi Scoppola Iacopini, dottore di ricerca in Storia contemporanea, è autore di numerosi saggi in particolare sulla Grande guerra e sul socialismo italiano. Cultore della materia nella Facoltà di Scienze umanistiche di Roma Tre, è docente di materie umanistiche alla Rome International School e collabora con l'Istituto S. Pio V e con "Mondoperaio". Tra le sue pubblicazioni, Storia della Confederazione italiana agricoltori (con E. Bernardi e F. Nunnari, Il Mulino 2013) e I "dimenticati". Da colonizzatori a profughi, gli italiani in Libia 1943-1974 (Editoriale Umbra 2015). Ha inoltre curato Praga 1968. La «Primavera» e la sinistra italiana (con F. Anghelone, Bordeaux 2014) e Il manuale del perfetto carcerato di Giacinto Menotti Serrati (Castelvecchi 2016).