Description
Occorre sapere che, lungi dall'essere stabili, fissate una volta per tutte, le identità mutano, cambiano, tramontano, e a farlo capire, ad abbassare il rischio di restarne ottusamente prigionieri, a fungere da salutare antidoto – ci insegna Prosperi – è solo la conoscenza della storia. Una storia lunga e profonda che va ben oltre il solo Novecento. Massimo Firpo, "Il Sole 24 Ore"
Che cosa rivela l'inarrestabile diffusione della retorica identitaria? Il fatto che nella nostra epoca, mentre le merci e gli oggetti si mondializzano, gli esseri umani si tribalizzano. Fabbricare le identità serve soprattutto a questo, ad alzare una barriera di tradizioni e religioni che protegga 'noi' dagli 'altri', ignorando la dimensione del mutamento da cui nessuna storia è immune. Come tutto ciò che serve a distinguere e a prendere coscienza di una separazione, la parola 'identità' contiene un potenziale violento pronto a giustificare aggressioni e guerre.
Biographical notes
Adriano Prosperi, studioso della cultura e della vita religiosa della prima età moderna, è professore emerito di Storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Un volgo disperso. Contadini d'Italia nell'Ottocento (nuova edizione 2021), Un tempo senza storia. La distruzione del passato (2021) e Una rivoluzione passiva. Chiesa, intellettuali e religione nella storia d'Italia (2022) per Einaudi; Tremare è umano. Una breve storia della paura (2021) per Solferino; Eresie (2021) per Quodlibet. Per Laterza è autore, tra l'altro, di Identità. L'altra faccia della storia (2016).