Description
Un libro per ricordare.
Un libro per capire.
Un libro per non smettere di lottare.
«Dove esistono una voglia, un amore, una passione, lì ci sono anch’io.»
Giorgio Gaber
«Un "futuro più luminoso" è veramente e sempre soltanto il problema di un lontano "là"? Non è, invece, qualcosa che è già qui da un pezzo e che solo la nostra miopia e la nostra fragilità ci impediscono di vedere e sviluppare intorno a noi e dentro di noi?»
Václav Havel
Quanta sete di giustizia, quanta carica vitale, quanta voglia di futuro. Una stagione durata almeno un decennio (1967-1977) è qui rappresentata attraverso i discorsi e gli interventi di alcuni protagonisti di quegli anni nel tentativo di recuperare le diverse anime del ’68 e capire oggi se è rimasto qualcosa di allora, e come. Per questo il volume propone all’inizio il discorso di Emma González, pronunciato all’indomani dell’ennesima strage in una scuola in Florida, che è un forte atto di accusa contro Trump e la sua generazione.
Ma le idee del ’68 arrivano da lontano, così è utile ricordare il progetto modernissimo della Repubblica romana di Pisacane, del 1849, che si salda alla lotta di altri eroi che hanno dato la vita per un futuro di libertà, come Luther King, Mandela, Robert Kennedy, Che Guevara (sebbene il suo incitamento all’odio risulti oggi inaccettabile), senza dimenticare don Milani e la sua lotta al militarismo.
Per entrare nel cuore del ’68 non potevano mancare la sferzante polemica di Pasolini contro gli studenti, gli interventi di Viale, Dutschke, Marcuse, e poi di Fo, Basaglia, Havel, le loro denunce contro i poteri e la violenza delle istituzioni, fino ad arrivare a Langer e al suo appello a vivere con meno anziché con più cose. Una vera rivoluzione. Chiude il libro l’analisi lucida e disincantata di Giorgio Gaber.
Un libro per capire.
Un libro per non smettere di lottare.
«Dove esistono una voglia, un amore, una passione, lì ci sono anch’io.»
Giorgio Gaber
«Un "futuro più luminoso" è veramente e sempre soltanto il problema di un lontano "là"? Non è, invece, qualcosa che è già qui da un pezzo e che solo la nostra miopia e la nostra fragilità ci impediscono di vedere e sviluppare intorno a noi e dentro di noi?»
Václav Havel
Quanta sete di giustizia, quanta carica vitale, quanta voglia di futuro. Una stagione durata almeno un decennio (1967-1977) è qui rappresentata attraverso i discorsi e gli interventi di alcuni protagonisti di quegli anni nel tentativo di recuperare le diverse anime del ’68 e capire oggi se è rimasto qualcosa di allora, e come. Per questo il volume propone all’inizio il discorso di Emma González, pronunciato all’indomani dell’ennesima strage in una scuola in Florida, che è un forte atto di accusa contro Trump e la sua generazione.
Ma le idee del ’68 arrivano da lontano, così è utile ricordare il progetto modernissimo della Repubblica romana di Pisacane, del 1849, che si salda alla lotta di altri eroi che hanno dato la vita per un futuro di libertà, come Luther King, Mandela, Robert Kennedy, Che Guevara (sebbene il suo incitamento all’odio risulti oggi inaccettabile), senza dimenticare don Milani e la sua lotta al militarismo.
Per entrare nel cuore del ’68 non potevano mancare la sferzante polemica di Pasolini contro gli studenti, gli interventi di Viale, Dutschke, Marcuse, e poi di Fo, Basaglia, Havel, le loro denunce contro i poteri e la violenza delle istituzioni, fino ad arrivare a Langer e al suo appello a vivere con meno anziché con più cose. Una vera rivoluzione. Chiude il libro l’analisi lucida e disincantata di Giorgio Gaber.
Biographical notes
David Bidussa , storico sociale delle idee. È il responsabile delle attività editoriali e didattiche di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Ha pubblicato: I have a dream (Bur 2006); Siamo italiani (Chiarelettere 2007); Dopo l’ultimo
testimone (Einaudi 2009); Leo Valiani tra politica e storia (Feltrinelli 2009); I Purissimi: i nuovi vecchi italiani di Beppe Grillo (Feltrinelli 2014); Il passato al presente. Raccontare la storia oggi (con Paolo Rumiz e Carlo Greppi, Fondazione Feltrinelli 2016).
Nella collana «Biblioteca» di Chiarelettere ha curato Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci (2011) e La vita è bella di Leon Trotsky (2015).