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Le componenti politiche risorgimentali che a partire dagli anni Venti dell'Ottocento lottarono per l'unificazione dell'Italia erano riconducibili sostanzialmente a due schieramenti: quello moderato e quello democratico. I moderati guardavano con interesse al Piemonte costituzionale di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, e al suo maggiore statista: Camillo Benso di Cavour. Tra i democratici, la figura di maggiore spicco fu certamente Giuseppe Mazzini, forse il più importante ideologo dei movimenti patriottici italiani ed europei del suo tempo.
Mazzini ricoprì cariche di governo soltanto nel 1849, come triumviro durante la brevissima e drammatica esperienza della Repubblica romana; la maggior parte della sua vita, invece, la trascorse in esilio, condannato a morte dal suo stesso governo, organizzando cospirazioni che non ebbero mai gli esiti sperati. Eppure, con il suo contributo teorico e con la sua attività di propaganda, realizzata anche attraverso un infaticabile impegno giornalistico, seppe infiammare e tenere sempre vivo l'entusiasmo per l'Italia unita.
Nel 1831 fondò la Giovine Italia, organizzazione politica che aveva l'obiettivo di realizzare una rivoluzione finalizzata a «rovesciare le monarchie corrotte e corruttrici» che governavano la penisola e a istaurare un governo di tipo repubblicano.
L'Italia unita, secondo Mazzini, doveva essere il frutto della libera scelta di un popolo educato alle istituzioni e ai valori democratici. La fede nel popolo e nelle sue capacità rivoluzionarie e di autogoverno, inoltre, lo indussero a considerare la monarchia e la Chiesa come istituzioni che ne limitavano la libertà.
Il messaggio mazziniano fece presa inizialmente sui ceti imprenditoriali del Nord, ma dovette scontrarsi con la generale arretratezza sociale ed economica della penisola, dominata da un mondo agricolo povero e poco evoluto, impreparato a seguire la strada della rivoluzione; pertanto, non riuscì a produrre che fallimentari tentativi insurrezionali. Nonostante ciò, Mazzini ha lasciato un'impronta indelebile nella storia d'Italia e d'Europa, tanto che il Principe di Metternich, artefice dell'ordine politico europeo uscito dal Congresso di Vienna, disse di lui:
Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome Giuseppe Mazzini.