Description
“Il Tempo è il ciclo della luce. Se il visibile non è che l’effetto di realtà della velocità dell’emissione luminosa e pertanto ciò che accade sempre più velocemente viene percepito sempre meno nettamente, allora dobbiamo arrenderci all’evidenza: possiamo vedere solo grazie ai fenomeni di accelerazione e di decelerazione in ogni punto identificabili all’intensità d’illuminazione. Se la velocità è la luce, tutta la luce del mondo, allora le apparenze sono trasparenze momentanee e ingannevoli, e anche le dimensioni spaziali non sono altro che fugaci apparizioni, come le cose percepite nell’istante dello sguardo”. Obiettore di coscienza, l’autore, che non crede più ai propri occhi, si interroga qui sulle percezioni inconsce, sulla verosimiglianza delle immagini e sulle manipolazioni cinematiche cui esse sono attualmente oggetto.
Biographical notes
Paul Virilio
è nato a Parigi nel 1932. Membro del comitato direttivo di riviste come “Esprit” e “Traverses”, attualmente fa parte del Collège International de philosophie. È autore di numerosi saggi e studi che vanno dall’estetica alla teorica della città e alla critica delle tecnoscienze. Tra le sue opere, sono state tradotte in Italia: Velocità e politica, Milano 1981; L’Orizzonte negativo, Genova 1986; Lo Spazio critico, Bari 1988 e La Macchina che vede, Milano 1989.