Description
“Sentivo dire, da bambino, che, se fosse arrivato Stalin in Italia, avrebbe salvato solo quelli con i calli alle mani. Immagino si trattasse di stravagante propaganda; quello che so, è che mi guardavo le manine, identificando con un certo orgoglio delle immaginate callosità. Bene, in questo vi trovavo un cenno di spiritualità: ammiravo le mani del falegname di Nazaret. Il nonno che non ho conosciuto faceva il fabbro e la sua incudine l’avevo ben presente. L’altro nonno era fornaio. Imparai la santità del martello e la purezza della farina. La gran parte della poesia spirituale che leggo mi pare debordante, tremula e loffia, oppure romantica con una spruzzatina di mitico.”
Col Realismo Terminale la poesia di religiosità si scrive solo nella pagina di un ring. Non è prossima né al gusto dolciario, né all’indugiare psicanalitico. Ex fabbriche, ospedali abbandonati, manicomi dismessi od obitori vuoti e povere galere in disarmo sono fra i più sacri luoghi di culto.
Biographical notes
Guido Oldani (1947) è l’ideatore del Realismo Terminale. È dell’85 la raccolta Stilnostro, con l’introduzione di Giovanni Raboni. Seguono: Sapone (2001), La betoniera (2005), Il cielo di lardo (2008), Il Realismo Terminale (2010), La guancia sull’asfalto (2018), Farfalle di cemento (2018). È presente in diverse antologie, tra cui: Il pensiero dominante (2001), Tutto l’amore che c’è (2003), Almanacco dello Specchio (2008), Antologia di poeti contemporanei (2016), Poesia d’oggi. Un’antologia italiana (2016), Luci di posizione (2017), Poesie italiane 2016 (2017). Dirige la collana di poesia “Argani” per Mursia. Collabora con “Avvenire” e “Affaritaliani”. È tradotto in inglese, svedese, tedesco, russo, arabo, rumeno, spagnolo, uzbeco. Nel 2014, al Salone del Libro di Torino, il Realismo Terminale diventa movimento con il Manifesto breve (G. Oldani, G. Langella, E. Salibra).