Description
La creazione di una moneta unica è stata salutata come un importante passo verso la formazione di un sistema europeo più robusto e capace di assicurare maggiore prosperità. Non è andata così. L'ingresso nella Ue di vari paesi ex comunisti, pur indispensabile per neutralizzare i rischi d'instabilità in un'area nevralgica, non ha costituito il preludio di un'Europa politicamente unita e coesa. Inoltre, un indirizzo economico di rigida austerità, prevalso a Bruxelles sotto l'egida della Germania e perdurante anche dopo l'esplosione nel 2008 della Grande crisi, ha accentuato le differenze di ordine strutturale esistenti fra i paesi dell'Eurozona e potrebbe ora determinare una prolungata stagnazione, malgrado gli sforzi della Bce per scongiurarla. Di fatto non s'è ancora affermata nell'ambito della Ue una strategia efficace e omogenea sia di fronte all'emergenza immigrazione che in materia di politica estera e di sicurezza, nonostante l'irruzione del terrorismo ad opera dei gruppi fondamentalisti islamici. Stiamo così assistendo a una crescente disaffezione verso la causa europeista, al ripristino delle frontiere interne, alla reviviscenza di forti istanze identitarie e nazionaliste, all'avanzata di un'estrema destra populista e xenofoba, al ritorno di profonde cesure politiche e culturali fra i paesi dell'Est e quelli dell'Ovest.
Biographical notes
Valerio Castronovo, già ordinario di Storia contemporanea all'Università di Torino, è direttore della rivista di scienze e storia "Prometeo" e presidente dell'Istituto di studi storici "Gaetano Salvemini" di Torino. Collabora al "Sole 24 Ore". Tra le sue più recenti pubblicazioni, Le ombre lunghe del '900. Perché la Storia non è finita (Mondadori 2010) e Storia economica d'Italia dall'Ottocento ai giorni nostri (Einaudi 2013).