Description
Gli inizi del Novecento furono segnati da terremoti, eruzioni, massacri bellici che il cinema ha raccontato e documentato alimentando la sensazione collettiva dell’imminente apocalisse. La messa in scena visiva delle catastrofi solleticava certamente il gusto morboso delle platee dei cinema, ma accentuava anche la paura del presente. Il cinema apocalittico è a suo modo l’espressione del trauma della modernità trionfante, la concretizzazione visiva del pericolo immaginato e delle inquietudini sociali. In un certo senso, ciò che questi film fanno è “predire il futuro” mettendolo in scena: non rivelano quel che avverrà, ma quel che potrebbe accadere dilatando iperbolicamente l’immaginazione del rischio.
Biographical notes
Giuseppe Ghigi collabora come critico cinematografico a quotidiani nazionali e riviste specializzate. Ha insegnato Storia del cinema italiano all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa prevalentemente del rapporto tra cinema e storia. È autore di saggi sul cinema e monografie di registi e attori. Tra le sue pubblicazioni: La memoria inquieta. Cinema e resistenza (2009), ll tempo che verrà. Cinema e risorgimento (2011), Le ceneri del passato. Il cinema racconta la Grande guerra (2014), Oro e piombo. Il mercato della Grande guerra (2017).