Description
La vicenda di tre scuole catanesi per operai, destinate «solo a chi esercitava già una professione» e simili ad altre istituzioni scolastiche del secondo Ottocento in Italia, appare paradigmatica della complessa interazione tra una progettualità economico-sociale, un reale intento di formazione artistico-professionale ed una politica d’intervento anche a fini di proselitismo. Tuttavia, la nascita di queste scuole a Catania non è legata a una politica statale frutto di un’analisi delle esigenze di crescita nazionale connessa ad un circuito virtuoso fra sviluppo economico e istruzione: sono soprattutto gli enti privati (prevalentemente associazioni di mutuo soccorso) a far nascere queste istituzioni scolastiche, con diverse motivazioni sociali. Una documentazione archivistica inedita rinvenuta a Roma e a Catania ha consentito di mettere in luce che le tre scuole catanesi esaminate, la Scuola di disegno d’ornato ed industriale del Circolo degli Operai, la Scuola di disegno industriale e plastica elementare della Società democratica I Figli del Lavoro e la Scuola serale di disegno industriale di Gaetano Brusà e Carmelo Malerba Guerrieri, rappresentarono una realtà cittadina importante e meritano un posto di rilievo nella storia della formazione artistica dedicata agli operai. In particolare, il disegno assumeva in quegli anni un ruolo fondamentale nella trasmissione di messaggi visivi determinanti per la creazione del «gusto dell’arte», diventando in certi casi un possibile strumento per accedere alla cultura borghese e migliorare la produzione artistica locale. Ciò nonostante, non essendo stato coltivato un rapporto sistematico con le industrie del territorio, le scuole per operai, pur preziose nell’affinare le conoscenze tecniche degli allievi, non servirono ad innescare il processo di industrializzazione che sarebbe stato immaginabile nella ‘Milano del Sud’ di Giuseppe De Felice. FEDERICA MARIA CHIARA SANTAGATI è docente di Museologia presso l’Università degli Studi di Catania, ha anche insegnato presso altre università italiane. Ha pubblicato vari saggi di museologia in riviste e in atti di convegni. Autrice dei volumi Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia: origine e metamorfosi di un’istituzione museale del XIX secolo (Erma di Bretschneider, Roma 2004); Arti e mestieri: una scuola artistico-professionale a Catania fra Otto e Novecento (Bonanno, Roma-Acireale 2010), ha concentrato i suoi studi prevalentemente sulla formazione degli artisti, sulla storia del collezionismo, sull’organizzazione e sull’allestimento dei musei e delle esposizioni. Nell’ambito della fruizione e valorizzazione dei musei, più di recente si è interessata all’elaborazione di pratiche innovative collegate al territorio che coinvolgono le comunità locali, le istituzioni e i differenti pubblici, ai fini della conoscenza del relativo patrimonio artistico e culturale identitario.