Description
Durante i lunghi mesi di sofferenza del cosiddetto lockdown, mosso dalla volontà di superare il senso di scissione, Luigi A. De Caro ha composto di getto questo saggio. Lo Stato non può più essere vissuto come il compimento dell’organizzazione etica della comunità, ma si impone come una fredda autorità esteriore, oppressiva e prevaricatrice della libertà. Con argomentazioni stringenti ma aperte al dibattito, Homo homini unctor pone in questione la ratio del confinamento in casa: non si vieta direttamente il contatto ravvicinato con altri, ma si decide di tagliare alla radice la possibilità di contagio, criminalizzando addirittura chi esce. È l’imposizione, arbitraria, di un nuovo ordinamento sociale ove l’uomo viene ridotto ad untore per l’altro uomo.
La spietata intransigenza delle radicali misure di prevenzione, volte a ridurre
tendenzialmente a zero il rischio di contagio, ha ignorato in realtà gli altissimi e sproporzionati costi umani e sociali di un lockdown a tempo indefinito, finendo per
imporre la paradossale logica del “ti ordino di lasciarti morire di fame per evitare di morire di virus”.
Biographical notes
Luigi A. De Caro è uno studioso di Filosofi a del diritto e di Deontica, con contributi alla storia della deontica e alla fenomenologia del dovere eidetico. Ha collaborato presso la cattedra di Sociologia del diritto dell’Università dell’Insubria, con ricerche in tema di devianza e di povertà. Ha pubblicato studi di filosofia del denaro, orientandosi alla teoria della proprietà popolare della moneta, di Giacinto Auriti. In ambito estetico, ha fornito contributi originali alla filosofia del vino e alla fenomenologia della degustazione.