Description
rontiere, intercultura, scuola, diritti, cittadinanza: sono alcune delle parole chiave attraverso le quali leggere l’ultimo numero del Calendario del Popolo, dal titolo “Nuovi Italiani”. La rivista sceglie l’Italia e la migrazione per un approfondimento affidato a docenti, addetti ai lavori, blogger, registi, artisti, alcuni dei quali cosiddetti G2 (seconde generazioni), cioè ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia da genitori immigrati, che si interrogano sui diritti, in primis quello di cittadinanza.«L’attuale legge che regola la cittadinanza è assolutamente da riformare perché, così com’è, non corrisponde alla reale composizione della società italiana in cui il numero di persone nate qui da genitori stranieri, è ormai consistente» (Valentina Brinis e Luigi Manconi).Tra la legge Bossi-Fini del 2002 - una delle peggiori leggi mai avute in materia negli ultimi anni in Italia - e le restrittive disposizioni europee, ci sono le vite di donne e uomini privati dei fondamentali diritti umani. Le vicende drammatiche di Lampedusa ne sono la prova tangibile e inconfutabile. Un paese incapace di tutelare i diritti dei migranti è incapace di garantirli ai cittadini tutti.Scrive la ministra Cécile Kyenge nell’editoriale del numero:«È doveroso rendere più umana l’accoglienza, evitando che produca segregazione o addirittura alienazione, non di rado, infatti, i migranti trattenuti nei centri che non rispettano gli standard previsti, si ammalano nel corpo e nella psiche».Parliamo di quegli stessi migranti che in questi giorni stanno portando avanti estreme forme di protesta all’interno dei Centri di identificazione ed espulsione. Bocche cucite e corpi privati della libertà anche per chi non ha commesso alcun crimine, immagini che «faranno la stessa impressione che fanno oggi le foto dei lager e noi dobbiamo combattere perché facciano quell’effetto», sottolinea Moni Ovadia in una lunga intervista. Le criticità della situazione attuale ma soprattutto le possibilità e i benefici dell’accoglienza. A partire da una considerazione semplice ma efficace: siamo tutti in viaggio! Le fotografie del numero sono di Andrada Predescu. La parte non monografica di questo numero raccoglie come sempre le rubriche di Luciano Canfora, Dario Coletti e Aldo Garzia, il saluto a Nelson Mandela di Efrem Tresoldi e molto altro.