Descrizione
Nell’estate del 1918, allorché la guerra viveva le sue ore decisive e l’esercito italiano si preparava a resistere all’offensiva austriaca sul Piave, il prefetto di Cosenza telegrafava al Ministero dell’Interno per segnalargli il disagio della città, a causa dell’avida bramosia di guadagno di alcune categorie di commercianti. “I macellai - informava, il 6 giugno, il solerte funzionario - profittando prezzi limite stabiliti da Ministero guerra con ordinanza 30 aprile 1918 per incetta bovini per consumo popolazione civile, minacciano per non sottostare calmiere stabilito da questo R. Commissario, in corrispondenza prezzi correnti in questi mercati pei bovini, tenere chiuse macellerie e lasciare popolazione totalmente sprovvista carne”. In tal modo, a giudizio dello scrivente, ritenevano di riuscire ad ottenere gli alti prezzi, “che per loro ingordigia pretendono”. Al fine di fronteggiare questa iniziativa, la quale avrebbe potuto dar luogo “ad inconsuete manifestazioni”, il prefetto Moscarella avvertiva che, “d’accordo con consorzio approvvigionamenti, sto predisponendo apertura macelleria del consorzio stesso non essendo in grado il comune a sopperire a tale servizio”.