Descrizione
Erwin Straus e Henri Maldiney dialogano in questo volume nello spazio della fenomenologia. Fenomenologia è per loro uno spazio allargato per l’esercizio del pensiero, che abbraccia l’esplorazione del mondo della vita dell’ultimo Husserl, l’analitica esistenziale di Heidegger, la psichiatria di Binswanger e Minkowski, le indagini merleau-pontyane sulla corporeità. In entrambi l’indagine dell’essere umano nelle sue strutture esistenziali e nella concretezza delle sue prassi mondane conduce a una generale ontologia fondata su basi estetiche. Nello spazio della fenomenologia il pensiero di Straus e quello di Maldiney dialogano in primo luogo dello spazio: del senso dell’esperienza della spazialità, e dei modi plurali connessi al sentire lo spazio e sentirsi nello spazio: nella vita, nell’arte, nella follia. I loro contributi alla chiarificazione di tale problematica sono da annoverarsi fra i momenti più rappresentativi della filosofia novecentesca della spazialità.
Note biografiche
Erwin Straus (Francoforte sul Meno, 1891 - Lexington, 1975) fu un neurologo, psichiatra e filosofo tedesco, considerato uno degli esponenti di spicco della scuola fenomenologica. Nel 1938 si rifugiò negli Stati Uniti per fuggire alla persecuzione ebraica. Qui insegnò psicologia presso il Black Mountain College in North Carolina. Tra le sue opere tradotte in italiano Il vivente umano e la follia (2010) e Forme dello spazio, forme della memoria (2011).
Henri Maldiney (Mersault, 1912 - Montverdun, 2013) fu un filosofo francese. Introdusse in Francia la fenomenologia di Husserl, Heidegger e Binswanger. Durante la Seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero in Germania. Tra le sue opere tradotte in italiano, Mimesis ha pubblicato Esistenza: crisi e creazione (2012) e Della transpassibilità (2004).