Descrizione
Ayrton Senna e Alain Prost hanno portato in pista quello che è ancora oggi il duello più drammatico nella storia della Formula 1. Non si sono mai presi a pugni, ma si sono presi a «sportellate» con le loro auto, rischiando il tutto per tutto. Due campioni, ma soprattutto due uomini molto diversi per come interpretavano la vita e il loro sport. La complessità di Ayrton contro la furbizia di Alain. La velocità assoluta del brasiliano contro i calcoli perfetti del francese. Qualcuno ha provato a metterli nella stessa squadra alla McLaren, ma ha dovuto lasciar perdere perché i due sono arrivati a non rivolgersi più la parola e a mancarsi di rispetto in gara e fuori. Ma questa rivalità li ha spinti a superare i propri limiti. A tentare di dare sempre il meglio sia in corsa sia quando c’era da diventare abili politici per manipolare chi in quegli anni gestiva la Formula 1. Si sono odiati e ostacolati, hanno suscitato polemiche e rancori, ma alla fine, quando Prost si è ritirato, Senna continuava a cercarlo perché senza quella rivalità si sentiva vuoto, tanto che l’ultima frase pronunciata via radio prima di morire a Imola è stata: «Alain mi manchi».
Note biografiche
Umberto Zapelloni, già responsabile della redazione sportiva del «Corriere della Sera» e vicedirettore della «Gazzetta dello Sport», si occupava negli anni Ottanta e Novanta di Formula 1 per «il Giornale» di Montanelli e ha seguito gara dopo gara la sfida tra Prost e Senna. Oggi è responsabile degli inserti Sport e Mobilità del «Foglio», scrive ancora di Formula 1 sul «Giornale» ed è opinionista di Sky a Race Anatomy, oltre che curatore
del blog www.topspeedblog.it.