Descrizione
Claude Lévi-Strauss, padre della moderna antropologia, è una figura cardine per l'intera cultura del Novecento. Le sue idee e i suoi metodi hanno trasformato radicalmente le scienze umane, e grazie alla sua infl uenza il magistero di Albert Camus, di Jean-Paul Sartre e di Simone de Beauvoir ha ceduto il campo alle teorie di Michel Foucault, Roland Barthes e Jacques Lacan. Questa biografia intellettuale ripercorre la lunga parabola di Lévi-Strauss: la formazione in una famiglia ebrea di origini alsaziane, le prime mitiche spedizioni nel Mato Grosso, i turbolenti anni della guerra – la fuga dalla Francia di Vichy a New York e il successivo ritorno a Parigi –, la consacrazione internazionale. Non una cronaca dettagliata della sua carriera, ma la ricostruzione sapiente e originale, fra interviste e ricerche d'archivio, di ciò che rese il suo pensiero così rivoluzionario e riconoscibile. Lévi-Strauss seppe rivolgere il suo sguardo tanto al passato quanto al futuro, cavalcò le nuove tendenze con una precoce passione per le avanguardie. Grazie a Jakobson, scoprì le idee del linguista svizzero Ferdinand de Saussure e iniziò ad applicarle alle sue ricerche. Il linguaggio divenne la metafora per l'analisi della cultura, Lévi-Strauss lo utilizzò per tracciare sulla mappa dei saperi i confini dell'antropologia e definire un nuovo approccio teorico. Al modello fu dato il nome di strutturalismo, destinato a diventare il paradigma del XX secolo. Il poeta nel laboratorio ci rivela un uomo che, diviso tra la vocazione di scrittore e il destino di artiste manqué, infuse all'accademia un'inedita sensibilità artistica, coniugando l'immaginario di un raffinatissimo letterato con il rigore dello scienziato. Il successo del suo pensiero, negli anni sessanta, racconta di un'epoca libera e creativa, un periodo in cui grandi idee e grandi sperimentazioni potevano prendere il volo, quando i frutti di un'intelligenza erano in grado di lasciare una traccia indelebile nella storia della cultura.