Descrizione
Il testo nasce come diario di viaggio personale ed intimo, riservato eventualmente alla lettura da parte di pochi amici. Pertanto, il tono del lavoro è colloquiale e personale. Il diario è stato finalista al Premio Pieve 2002, organizzato dall'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (edizione n. XVIII). Nel comunicato della giuria nazionale del Premio, Saverio Tutino e Luca Ricci hanno menzionato come "particolarmente meritevole il testo di Terreri", che "vive la coda finale di quell'esodo che portò molti giovani europei e americani verso l'India, anche lui fuggendo lontano per ritrovare se stesso. Nel suo diario di viaggio traccia un percorso di maturazione umana, con la capacità di unire alla descrizione dei luoghi visitati la riflessione sulla propria interiorità in movimento".