Descrizione
L'università italiana è chiamata in questi mesi a confrontarsi con una riforma che, presentata come un passaggio decisivo e improcrastinabile verso la modernizzazione, in realtà costituisce un'occasione mancata per rendere gli atenei e la ricerca davvero competitivi a livello europeo. Il potere dei "baroni" rimane immutato, mentre vengono colpite le radici stesse di un'università pubblica, libera e aperta.
Una controriforma che ha spinto per la prima volta diverse categorie del mondo universitario, soprattutto quelle più penalizzate, a confrontarsi a viso aperto per trovare una reazione comune che non fosse solo di difesa ma anche di proposta.
Questo volume è il primo scritto a più mani dai protagonisti della mobilitazione: ricercatori, precari della ricerca, studenti. Nella prima parte, dieci interventi si misurano con alcuni dei nodi più significativi con i quali il sistema universitario dovrebbe fare i conti, individuando gli aspetti critici preesistenti alla nuova legge, analizzando gli elementi di novità introdotti dalla riforma, proponendo modelli alternativi.
Nella seconda parte si tenta di restituire alcune delle tappe di un anno vissuto con grande intensità: esperienze nazionali e locali, sguardi diversi e complementari, costruzione di nuove forme di comunicazione e protesta. Un esercizio di memoria collettiva ma anche un inventario di buone cose, un'eredità con cui misurarsi mentre si cerca di contenere gli effetti negativi della riforma, costruendo nel frattempo una prospettiva per un futuro diverso e il più vicino possibile.