Descrizione
La vicenda delle foibe al confine nordorientale occupa un posto centrale nella storia del nostro Novecento: in un'Europa sconvolta dalla Seconda guerra mondiale essa si mostra come l'epitome della violenza dilagante su un intero continente. Per comprenderne le origini e lo svolgersi, l'Autrice di questo studio tratteggia dapprima una breve storia della Venezia Giulia nel corso del Novecento mettendo in luce, di questo territorio, le complessità geografiche e culturali, e insieme le ragioni antiche di una contesa per il potere combattuta su base etnica. Tutto precipita fra il 1943 e il 1945, quando i toni delle dispute diventano sempre più crudi e le foibe assurgono infine a simbolo dell'inabissarsi nel Male. Lo sguardo dell'Autrice si posa incessantemente su tutte le vittime del clima di soprusi generalizzati senza rifuggire dal descrivere le modalità più feroci alle quali molti ricorsero per eliminare i propri avversari. Un capitolo particolare viene riservato alle donne che furono coinvolte nel massacro, spesso marginali nelle ricostruzioni storiografiche sull'argomento. Ne scaturisce una ricostruzione che, nel procedere narrativamente per quadri sovrapposti, restituisce il fenomeno nella sua interezza senza alcun orpello.