Descrizione
Ancora un libro che nasce dal compito di insegnare, da un discorrere interiormente teso a formare all’esercizio di una critica spregiudicata del conoscere, del mondo e della vita. Una pedagogia critica, che risolutamente si appoggia a quanto nell’esperienza giunge quale punto di fuga prospettico in grado di dare una giustificazione al vivere umanamente. La fedeltà al reale ci pare il miglior banco di collaudo per verificare come la luce dell’ideale non sia un’ipotesi di lavoro sleale e inutile. L’educazione e la pedagogia si coniugano indissolubilmente con la vita umana alla ricerca della sua forma di esistenza più adeguata. La persona non è appena una “cosa” destinata dalla natura a uno scopo anonimo, ma una libertà che deve continuamente liberarsi e organizzare la sua esistenza secondo una propria concezione di vita. Interrogarsi in pedagogia sull’essere dell’uomo significa chiedersi chi egli sia e chi debba divenire, se affidato alla cura educativa. La prospettiva intravista è indispensabile a favore di un’educazione che non ceda interamente il campo allo scetticismo e quindi al nichilismo conseguente.