La poesia comunica non tanto alla mente o al cuore, ma allo spirito, all’anima. Più che idee, sentimenti, emozioni, veicola impressioni, suggestioni, stati d’animo. Quando una poesia trasmette a chi legge la sensazione di assaporare per un brevissimo istante una rivelazione (sia pure impalpabile e momentanea), una cognizione dimenticata, uno sguardo fugace e più che provvisorio, ma rivelatore al tempo stesso di una storia ‒ quella dell’intera umanità oppure della propria esistenza soltanto ‒ in altre parole quella che Arthur Rimbaud ha evocato con l’espressione: "J’ai vu pour un instant ce que l’homme a cru voir", andando, nella ricerca di quel "lungo, immenso e ragionato sconvolgimento di tutti i sensi", ben al di là dell’ordinaria esperienza umana, ecco, è allora, in quel momento, che la poesia svolge la sua peculiare ‘missione’ ed è solo in forza di questo dono che a volte ci offre, che una poesia può dirsi davvero tale.