Descrizione
Kunzertu 77 18 misura il tempo ad anni luce come le navicelle spaziali ed è infatti un diario di bordo, di incontri con persone straordinarie, gente di folk, di etnica, di classica orientale, di contemporanea e di jazz: storie di musica e di musicisti, punto. Nell'era dell'occhio e del display la musica non può più prescindere dalla sua stessa narrazione poetica, letteraria e cinematografica.
Da molto tempo, le arti camminano verso il confine, il limite, nell'oltremondo, nella «smarginatura» dei generi, delle esistenze, delle città, del Villaggio: perché, citando Brodskij, «contrariamente a quanto si crede, la periferia non è il posto dove finisce il mondo, è invece il luogo in cui il centro si decanta. Dove si rinnova clamorosamente. È un fenomeno che riguarda la lingua non meno che l'occhio», e l'orecchio.
Gli stili e i generi musicali sono ormai autonomi. Vanno altrove, verso il positivo elettrico del futuro, in cui niente si distrugge e tutto si combina. In questo senso il popolare - ancor più oggi l'etnico e l'arcaico, con la loro grammatica cardiaca - rimane un essenziale elemento alchemico di trasformazione verso una musica (e poesia) del terzo millennio che non potrà che essere transgenica. Il futuro sarà un fiore che canta.
In questo libro ch'è in realtà un doppio libro [Kunzertu 77 18 e il Kunsertu pubblicato da Cinque nel 1977], il tracciato di oltre quarant'anni di ricerca e sperimentazione da parte dell'autore, musicista, regista, artista crossmediale e scrittore, con molti illustri compagni di strada. Kunzertu 77 18 racconta la "liquidazione" del popolare nel nostro tempo.
Luigi Cinque. Ha collaborato con il nuovo teatro, l'arte visiva e la nuova danza europea - tra gli altri, con Carlo Quartucci, Pina Bausch, Jannis Kounellis, Carmelo Bene - e con gli scrittori Nanni Balestrini, Vs Naipaul, Paco Taibo II. Diplomato in clarinetto e composizione e laureato in filosofia estetica, ha insegnato a lungo storia della musica in vari atenei, tra cui La Sapienza di Roma e l'Università per Stranieri di Siena. Lavora da sempre alla postcontaminazione tra musica etnica/popolare, jazz e moderna, con più di venti album all'attivo. La sua band è la Hypertext O'rchestra, formazione a organico variabile frequentata da importanti musicisti internazionali. Celebre il suo Tangerine Cafè, acclamato dalla critica europea tra i migliori album world del 2003. Come regista ha firmato due lungometraggi: Transeuropæ Hotel (2012) e The Fabulous Trickster (2018).