Descrizione
Vasto affresco sull'immaginario dei giardini nella cultura occidentale,
dalle origini sino ai nostri giorni, il volume si concentra in particolare
sull'epoca dei Lumi sfidando lo stereotipo che la vorrebbe sotto l'influenza della sola ragione. Sta al Settecento europeo, a partire dal
modello inglese, ripensare il rapporto con la natura. In Francia, una
vasta e complessa produzione di carattere teorico è all'origine di un
vivace dibattito, ideologico ed estetico, che coinvolge tutte le componenti artistiche e culturali del secolo. Il volume disegna il quadro delle
principali teorizzazioni (Watelet, Girardin, Ligne, Carmontelle), sottolineando l'elemento aptico che ne è alla base, e indaga l'immaginario
caleidoscopico del giardino nella narrativa francese settecentesca. Il
giardino diviene allora una macchina delle emozioni volta a interpretare
la comparsa di nuove sensibilità che riguardano lo spazio, il tempo e la
memoria. In particolare, le realizzazioni di Carmontelle, che introducono un radicale cambiamento di prospettiva, inaugurano una concezione prefilmica dello sguardo che arriva ai nostri giorni.
Lo sviluppo del significato storico-culturale, letterario, filosofico e sociale del giardino in relazione al nostro modo di vivere attuale porta a una ricerca che nel mettere in questione l'antropocene/capitalocene, ripensa
drasticamente il ruolo dato alla natura negli ultimi decenni. Un appello a
una nuova consapevolezza del nostro rapporto con la terra che congiunge diversi ambiti: dalla cultura paesaggistica alla letteratura e all'arte.