Descrizione
L'istituzione della democrazia parlamentare tedesca ha comportato la rapida fine della rivoluzione di novembre (1918-1919) e la brutale repressione dei rivoluzionari. Dada prese allora il posto di Spartaco, continuandone l'ormai fallito progetto rivoluzionario con azioni pseudopolitiche. Attingere al caos, nutrirne l'arte, in modo che diventasse la fonte comune e permanente di una creatività duratura al di là dell'arte stessa e contro la morbosità di un'esistenza amministrata e sfruttata: questo è ciò che Dada voleva offrire al mondo. Il volume riconsidera la rivoluzione dadaista, la sua attualità e il suo significato storico e politico rispetto alla presa del potere da parte dei bolscevichi dopo l'ottobre 1917, agli eventi di cento anni fa a Berlino, alla rivoluzione permanente di Lev Trockij e a quella della vita quotidiana di Raoul Vaneigem. Studiosi italiani e specialisti stranieri di chiara fama indagano con un approccio interdisciplinare l'articolato e complesso rapporto tra rivoluzione e avanguardia storica, fornendo nuove chiavi di lettura e aprendo prospettive inedite.