Descrizione
Il romanzo racconta il viaggio di Filippo, quasi un pellegrinaggio laico nei luoghi frequentati da Giordano Bruno e Domenico Scandella, detto Menocchio, martiri del pensiero, bruciati dalla Santa Inquisizione più di quattrocento anni fa, in luoghi molto distanti fra loro.
Uccisi per mano della Chiesa, braccio umano di Dio, non erano riusciti a vederne la bontà e la misericordia nelle continue tragedie della storia.
Il protagonista irrequieto, sente sulla sua pelle i sotterfugi e gli inganni di organizzazioni segrete, di fanatismi religiosi, di atroci delitti: sono i misteri del Cinquecento che conducono, con differenti percorsi del destino, agli episodi più controversi e intrisi di polemiche dei giorni nostri.
La scrittura di Zizola, dal ritmo veloce, quasi teatrale, è in grado di coniugare la ricerca storica e l'analisi del presente e, incalzata dal sarcasmo e dall'ironia, affonda la lama nella carne di coloro che, in nome della salvezza dell'anima, hanno giustificato ogni sorta di delitto.