Descrizione
Tommaso Campanella, a differenza di Giordano Bruno, non smise mai di essere un domenicano. Relegato storiograficamente alle giovanili opere naturalistiche di ispirazione telesiana, la sua irrequietezza intellettuale è stata spesso confusa con il libertinismo.
Il presente lavoro cerca, invece, di accendere una luce sulla quasi dimenticata fitta rete di confronti, rimandi, scontri personali e virtuali che Campanella mise in piedi con i maggiori autori domenicani della Seconda Scolastica.
Le discussioni sulla volontà, la libertà e la grazia, al centro dei dibattiti all'interno dell'Ordine domenicano, vengono da Campanella ridefinite alla luce della controversia De Auxiliis (1597-1606) e delle tesi di Luis de Molina, e sviluppate nel quadro della sua metafisica naturale, sorprendentemente, attraverso il confronto con i testi di uno dei massimi commentatori dell'Aquinate, Tommaso de Vio "Gaetano, punto di partenza di quel tomismo rinascimentale nel cui solco compiutamente si può collocare anche la riflessione campanelliana.