Descrizione
Il carteggio Aldo Palazzeschi-Mario Picchi (1949-1970) si compone di 61 lettere e 24 cartoline postali, custodite nel Fondo Palazzeschi dell'Università di Firenze e nella Biblioteca Cantonale di Lugano. Scrivere lettere è stato giornaliero lavoro di Palazzeschi, unico mezzo di contatto con interlocutori lontani, e per Picchi un continuo rapportarsi a un maestro che sentiva padre. Come in un puzzle le missive compongono la storia di un'amicizia affidata negli anni non a scambi teorici ma al proprio sentire nella quotidianità, quando Palazzeschi era lontano dalla casa romana. Nella corrispondenza quattro grandi temi: la scrittura e il contesto ad essa legato (autori, libri, premi letterari, interesse reciproco per ciò che vanno scrivendo); gli amici comuni (Gino Brosio, Marino Moretti, Pietro Paolo Trompeo, don Giuseppe De Luca); la vecchiaia con i suoi affanni cui, nell'autore del Doge, corrisponde la giovinezza dello spirito; le città in cui Palazzeschi soggiorna e che ama (Roma, Venezia, Firenze, Parigi). Due generazioni si affiancano e procedono con comune e sincera intesa, con solido affetto, disponibilità di aiuto vicendevole e sempre grande rispetto di sostanza e forma (a voce e nelle lettere, usarono sempre il lei). Dagli scritti emerge senza retorica, con estrema franchezza, una riflessione su aspetti noti e meno noti del panorama letterario italiano, su quello che accade dietro le quinte del teatro culturale, il tutto improntato a una fine, costante ironia, patrimonio di entrambi. La corrispondenza si interrompe nel 1970, quando Palazzeschi rinunciò, per l'età avanzata, ai soggiorni veneziani. Continuò la frequentazione settimanale in via dei Redentoristi, fino alla morte di Palazzeschi, a quasi novanta anni. In Appendice, 17 fra lettere e cartoline (1977-1984) di Mario Picchi e Margherita, al secolo Plebe Bellocchio, l'affezionata domestica di Palazzeschi. Seguono gli interventi (interviste, recensioni, segnalazioni, saggi) che Picchi ha dedicato a Palazzeschi nel corso degli anni.