Descrizione
Nel 1533 usciva a Strasburgo, presso Georg Ulricher, un piccolo testo in ottavo dal titolo "Libro de la Emendatione et Correctione dil stato Christiano". Non era una semplice traduzione del ben più noto "An den Christlichen Adel deutscher Nation", che Martin Lutero aveva pubblicato tredici anni prima, ne era anche un deciso rimaneggiamento, caratterizzato da una marcata libertà di resa rispetto all'originale e dalle numerose interpolazioni che amplificavano i toni polemici e ponevano al centro dell'aspra denuncia proprio la situazione ecclesiastica italiana. Chi l'aveva commissionato, chi lo aveva tradotto e a quale pubblico era destinato?
Per la prima volta si offre in questo volume un'edizione critica del "Libro de la Emendatione et Correctione dil stato Christiano" ricostruendone le divergenze rispetto all'originale tedesco e dando così voce alla particolare sensibilità religiosa e agli obiettivi teologici ultimi del suo traduttore. Un'ampia introduzione ricompone tutti gli indizi relativi alla genesi e alla ricezione di questo testo centrale per la diffusione della Riforma in Italia nella prima metà del Cinquecento, a partire soprattutto dal contesto veneziano.