Descrizione
Non è un "sistema" che sottomette con forza o soggioga l'individuo, se l'uomo si sente asservito è perché lo è in se stesso, ma è nel pensiero che si deve ricercare l'alienazione del suo "pensare" che oggi lo ha portato a questo tipo di homo æconomicus. L'uomo, come singolo e come associato, deve tornare al centro dell'attualità del suo singolo pensiero, e non basta più soltanto reclamare, e non serve protestare, non porta a nulla contravvenire norme, leggi e consuetudini, serve innanzitutto "rivoltarsi dentro", perché se non si comprende che il nostro pensiero muove da un supporto a noi conosciuto ma alienato, il suo pensare sarà riflesso e quindi, vano! Così come vana sarà la sua pretesa di rivoluzionare. Libertà vuol dire avere il coraggio di liberare il proprio pensiero da lacci e laccioli che lo costringono, affrancarlo da dogmi e credenze impartite nella più tenera età: libertà vuol dire farsi uomo nuovo. Non è necessario accogliere in sé uno strumento dottrinario, politico, religioso, e neppure diventare strumento di una corrente di pensiero o schiavi di orientamenti culturali. Quando si diventa "pedina", gioco forza si ostacola la propria evoluzione e quella della propria collettività. Libertà e verità non vivono da sole in piena autonomia, fanno parte di un organismo etico che si amalgama con altre virtù che non possono avere una vita isolata, come la giustizia, l'uguaglianza, la dignità, il rispetto e la solidarietà, e tutto ciò deve esser coltivato dall'uomo che vuole "rivoluzionare se stesso", coniugando i valori citati ma sempre partendo da quello che è il motore per ritrovarli tutti: il libero pensiero. Dai nuovi impulsi di singoli uomini germoglieranno imperdibili occasioni che potranno condurre a un mutamento di coscienza sociale, per condurci a una dimensione di una nuova e attesa umanità.