Descrizione
Quanto siamo disposti ad accogliere la diversità identitaria di nostra figlia o di nostro figlio? Questa toccante raccolta di lettere, scritte al proprio padre da uomini e donne di tutte le età, racconta vicende reali dalle quali emerge perentorio, in tutta la sua complessità, l’influsso della figura paterna, a partire dal dolore derivato dai suoi modi di “agire la presenza” (o l’assenza) sulle vite dei figli. Ne risulta una sorta di fotografia storica dell’Italia degli ultimi dieci anni, su cui l’autore, professionista specializzato nel supporto alla genitorialità, esprime un punto di vista ravvicinato e appassionato. Una gamma di temi forti, narrati spesso con crudezza, talvolta con lirismo: dalla solitudine sociale dei padri all’oscillazione fra accettazione e disgusto nei confronti delle identità di genere, dall’eutanasia alla dominazione, fino alla gelosia nei confronti della propria donna, distratta dalla nascita di un “esserino”. L’ultima lettera è dedicata al lettore, che se vorrà potrà proseguire con le proprie parole questa condivisione. Perché la paternità è una questione sempre aperta, per tutti.
Note biografiche
Nato a Taranto nel 1982, pedagogista, counselor ed esperto di scrittura emotiva, è impegnato da dodici anni in azioni a supporto alla crescita di grandi e piccoli, che ha svolto tra l’Europa e il Sud America. Oggi lavora stabilmente nelle terre del nostro sud, nella convinzione che le periferie siano la misura della crescita di un popolo.