Descrizione
Negli Stati Uniti del periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta si sviluppa la cosiddetta Jewish Renaissance, una reviviscenza letteraria e culturale di ampie proporzioni, definita come il “secondo atto” della jewish-american literature. La nuova schiera di scrittori si caratterizza per la volontà di riscoprire e riattualizzare – valorizzando – le proprie origini culturali, privilegiando in esse la dimensione religiosa. Nonostante l’indubbio valore all’interno della produzione coeva, queste prove letterarie sono state appena lambite, se non del tutto ignorate, dalla critica. In essa un filone particolarmente interessante è quello messianico, sviluppato da Arthur A. Cohen, Jerome Weidman e Cynthia Ozick. Al cuore della narrativa di questi autori si colloca un tentativo di ridefinizione dell’ebraismo contemporaneo in chiave militante, una sorta di “attivismo messianico”, all’insegna della partecipazione e della responsabilità del singolo davanti alla crescente secolarizzazione e al diffuso antisemitismo.